Palio delle contrade 2018

Passato qualche giorno dal palio voglio anche io fare dei ringraziamenti e delle precisazioni a riguardo.

Innanzitutto ringrazio i ragazzi che sono stati interessati in prima persona nell’ organizzazione di questa manifestazione e quindi Ramona Marani e Federica Rabbai per quello che riguarda il corteo storico; Diego Nuti, Franco Nuti, Simone Ciarletti, Giovarelli Angelo, Soave Marco, Alessandro Marcucci, Federico Bianchi, Riccardo Pasquali, Valerio Marani, per quanto riguarda lo staff corsa; i ragazzi che ancora una volta ci hanno fatto sperare Vittorio Mizzoni, Mirko Vittorini, Gianluca Nuti, Nicholas Caporali, Mattia Di Panfilo, Fabio Paoletta, e soprattutto il piccolo “guerriero” Matteo Marani ed il papà Rodolfo Marani. Torna il fantino dopo 16 anni ed abbiamo avuto il piacere di trovare uno dei bambini più forti e coraggiosi che la corsa del bigonzo abbia mai visto in pista; per ultimi ma non in ordine di importanza tutti quei contradaioli che contrari o favorevoli alle nuove regole sono venuti sul corso ad incitare i nostri paladini e a fare il tifo per i propri colori rispettando le decisioni e le scelte fatte da chi lavora attivamente 365 giorni l’ anno per il bene della contrada. Ringrazio anche Marco Trifelli e tutti i ragazzini che imitando i più grandi si prendono a cuore la cura e la riuscita della corsa del caratello per la nostra contrada.

Finito con i ringraziamenti faccio delle piccole considerazioni riguardanti la corsa e il modo di gestirla da parte nostra (delle altre contrade non me ne interesso e sarei grato se non interessasse neanche agli altri la nostra), lo scorso anno ci siamo trovati a fronteggiare un nuovo regolamento, che ci è stato presentato ad un mese dalla corsa, quando, avevamo già da anni intrapreso una strada di formazione degli atleti grazie all'impegno di Peppe Lavini, che avrebbe dovuto portarci nel giro di qualche anno a raggiungere la tanto sospirata vittoria. Ovviamente siamo andati alla corsa con gli stessi ragazzi per convinzione e per rispetto di chi aveva accettato e realizzato quel progetto, pur sapendo che il popolo se ne sarebbe presto dimenticato, mentre alla storia della corsa abbiamo consegnato la prima vittoria del Montevirginio.

Quest’anno abbiamo ingaggiato due ragazzi forestieri che tra l’altro si sono affezionati sia alla nostra gente che alla corsa, questo è stato fatto solo dopo aver sentito il parere dei ragazzi del progetto di Peppe, con questa squadra abbiamo nuovamente combattuto i più forti come abbiamo sempre fatto negli anni non riuscendo a vincere ma portando sempre in alto il nome della Rampa, se sarò io a guidare ancora la Carraiola ci proverò insieme a tutti i contradaioli a migliorare ed a raggiungere l’obiettivo… forza Rampa

Il presidente
Manuele Magagnini



Di seguito la presentazione del

CORTEO STORICO della NOBILE CONTRADA CARRAIOLA: PRESENTAZIONE


di Federica Rabbai

In occasione del cinquantesimo anno dalla sua nascita, la Nobile Contrada Carraiola ha voluto realizzare un discorso di presentazione del suo corteo più articolato e composito rispetto agli anni precedenti sia per definire in maniera breve e concisa le figure proposte sia per ricordare eventi e personaggi che ne hanno fatto la storia.

Il corteo della Nobile Contrada Carraiola è aperto dal gonfalone dove è possibile vedere il suo stemma, il leone rampante, e i suoi colori, il verde e il nero. Pietro Scipioni, oltre ad aver ideato la corsa del bigonzo, nel lontano 1968 attribuì a questa contrada tali simboli ispirandosi alla illustrissima e “serenissima” città di Venezia con l'unica differenza che il leone alato veneziano è qui sostituito dal leone rampante, da cui deriva un secondo nome per la contrada ovvero “La Rampa”.

Il corteo prosegue con la figura del Notaro istituita nel corteo della Contrada già dal 2011 dopo la sua istituzionalizzazione. La Contrada Carraiola non soltanto è stata la prima delle sei contrade di Canale Monterano ad avvalersi di un proprio consiglio di amministrazione nel 1976 sotto la guida dell'allora presidente Mario Pilotti detto “er banchiere”, ma è anche tra le prime a costituirsi come associazione il 23 ottobre 2010 con il nome di Associazione Culturale Nobile Contrada Carraiola. Il Notaro ha in mano un registro dei conti che simboleggia l'attività svolta da questa figura nei borghi italici nonché la limpidezza e trasparenza con cui la Contrada gestisce il denaro pubblico nel suo vasto operato. La figura del Notaro in qualità di cambiavalute ha avuto un ruolo di primo piano anche nelle trascorse sette edizioni del Presepe Vivente a Monterano, gestito e organizzato interamente dalla Nobile Contrada Carraiola.

Segue il classico corteo nobiliare della contrada aperto dalla coppia principesca che vede come dama Clementina Leonelli, nipote del compianto Enrico Monarca detto il Boss, il più importante rappresentante della contrada mai esistito. La giovane fanciulla è accompagnata da Carlo Biagiotti, che ci ha degnati della sua presenza in qualità di principe per il cinquantesimo anno dopo averci regalato molte gioie come calciatore, tra cui il goal della vittoria nella finale del torneo dei rioni di calcio del 2015, ultimo successo sportivo riportato dai nostri colori. La coppia è seguita dalla nutrice che tiene in braccio l'infante reale, la neonata principessina Sofia. Tutti i vestiti dei nobili sono stati realizzati dalla sarta ufficiale della contrada Ida Pasquali, che ha messo a disposizione tempo, impegno, dedizione e abilità per tutti questi anni. In ultima posizione si può ammirare anche la prima creazione della sarta Ida, che ottenne la vittoria nel 1997 con Enrica Cassi e Mariano Giovarelli in occasione del primo contest istituito dalla Pro Loco per la sfilata.

Se le coppie nobiliari rappresentano la componente locale più ricca e altolocata dell'antico abitato di Monterano, il corteo papale di seguito scortato da tre soldati di ventura, dotati di armi d'epoca, è la grande novità di questa edizione. Il Papa “guerriero” Giulio II, nato Giuliano della Rovere, giunge insieme al Vescovo di Sutri Antonio Alberici e al mazziere Giacomo Dei Cersosimo a Monterano, dove è accolto da un manipolo di chierici e suore del luogo. Il motivo ufficiale è la celebrazione dei Santi Bartolomeo e Calepodia nella Chiesa di San Rocco situata accanto al Castello monteranense, ma tutti sanno che il Papa è mosso dall'amore per il vino locale che gli costerà l'accusa di ubriachezza da parte di intellettuali sia italici come Marin Sanudo Il giovane sia europei come l'erudito cosmopolita Erasmo da Rotterdam nel suo pamphlet antigiuliano.

Ad accogliere il papa e il suo entourage ci sono nobili e abitanti autoctoni di classi sociali inferiori giunti con prodotti locali, tra i quali è possibile scorgere anche fra Peppe da Caprarola, il quale si distingue da sempre per la sua generosità. Per l'occasione ha raggiunto la nostra località la compagnia armata di Bracciano capitanata da messere Sandro dei Carradori che con i suoi uomini avanza a protezione del vessillo ufficiale.